È possibile tenere conto dei diversi modi di apprendere quando si progetta una lezione?
il 19 aprile, durante il webinar “Teaching in university during complex, yet exciting times”, Joellen E. Coryell (Texas State University) e Maria Cinque (università di Roma LUMSA) ci hanno spiegato che non solo è possibile, ma che può anche essere vantaggioso per coinvolgere gli studenti tramite una maggiore interazione.
Infatti, come Maria ha spiegato, il coinvolgimento (engagement) degli studenti è più che mai cruciale ora che la pandemia, con la necessità di distanziamento sociale, ha dato impulso alla fruizione delle lezioni con molteplici modalità, e in particolare tramite la partecipazione contemporanea di studenti che sono in classe e di studenti che si collegano da casa tramite videoconferenza. Questo nuovo paradigma è uno stimolo a progettare le lezioni affinché siano più interattive.
Preferenze didattiche degli studenti e attività in classe
Partendo da una panoramica di alcuni concetti chiave della pedagogia contemporanea come il costruttivismo e l’apprendimento come processo, in cui i discenti utilizzano la conoscenza e l’esperienza precedenti per sostenere (scaffold) la comprensione della nuova conoscenza, Joellen ha proposto una categorizzazione dei discenti in base alle preferenze didattiche e caratteristiche individuali prevalenti:
- immaginative learners (The “Why?” Learner) – apprendimento attraverso le idee e la costruzione di ipotesi;
- analytic learners (The “What?” Learner) – apprendimento tramite la costruzione di ipotesi, hanno il loro punto di forza nel ragionamento induttivo e nella creazione di modelli teorici;
- common sense learners (The “How Should I Learn?” learner) – apprendimento tramite la sperimentazione, la pratica e l’applicazione concreta;
- dynamic learners (The “What If I Learn This, Then What?” Learner) – apprendimento per prove ed errori, tramite l’integrazione e l’applicazione dell’esperienza
Sono stati proposti esempi di attività che si prestano in modo particolare alle varie caratteristiche dei discenti: il docente tramite queste attività aiuta gli studenti a collegare la nuova conoscenza con quella precedente, collocandola all’interno del proprio schema della conoscenza.
Tra le attività che si prestano in modo particolare agli analytic learner vi è il ConcepTest: originariamente ideato da Eric Mazur ad Harvard per l’insegnamento della fisica in classi grandi, consiste sostanzialmente nel somministrare agli studenti, tramite ad esempio dei clicker, un test a scelta multipla riguardante un concetto. Ciascuno risponde individualmente e poi a coppie si discutono le risposte. Il test viene quindi somministrato nuovamente e non di rado a questo punto il numero di risposte esatte è maggiore. Segue poi la discussione col docente sui punti più critici.
Altri spunti per la didattica attiva
Maria ha condiviso una serie di proposte concrete per realizzare dinamiche di apprendimento attivo durante le lezioni (active learning).
È stato poi esplorato l’utilizzo per la didattica delle mind map, ovvero la spiegazione grafica di un singolo concetto oppure, per rappresentazioni più complesse, delle concept map.
Un’altra strategia che può aumentare il coinvolgimento è l’assegnazione di ruoli specifici come il “facilitatore” o lo “scriba” agli studenti nelle breakout room, ovvero nelle sessioni separate che è possibile aprire, durante la videoconferenza di una lezione, per permettere lo svolgimento di discussioni e attività collaborative a gruppi.
Accedi alla presentazione e alla registrazione del webinar.