Il podcast rappresenta un tema di grande attualità anche in ambito universitario, poiché sta assumendo un ruolo significativo nella divulgazione scientifica.
Ne abbiamo parlato con il prof. Antonio Capone e con il dott. Lorenzo Paletti, durante il webinar del 3 maggio: “Dal ruolo dei podcast nella divulgazione scientifica ai possibili spunti per l’uso in didattica”, partendo dalle riflessioni stimolate dall’esperienza di “Tutto Connesso: 5G e Oltre” (www.tuttoconnesso.it), podcast settimanale sulla nuova generazione di tecnologia cellulare.
Accedi alla registrazione del webinar [https://politecnicomilano.webex.com/politecnicomilano/ldr.php?RCID=b7c8feac6f5e475e8ac04a44c56a9365].
Cosa è un “podcast”
Il podcast è una trasmissione radiofonica distribuita non via etere bensì su internet, tramite apposite piattaforme (alcuni esempi: Spotify, Google podcast, Audible di Amazon), a cui viene fornito un feed RSS che indica dove trovare il podcast in questione.
Il podcast può avere infinite forme, dal monologo di un esperto, al racconto di una storia intervallato da audio originali, musiche, ecc., alla chiacchierata tra amici, senza canovaccio – forse la tipologia più diffusa.
Il successo dei podcast
In Italia i podcast più ascoltati sono quelli delle trasmissioni radiofoniche; i podcast di divulgazione scientifica sono particolarmente “gettonati”: forse questo dipende dal fatto che è possibile fruirne in modo semplice, quando e ovunque si voglia; inoltre, il fatto che chi parla non possa giovarsi di un supporto video comporta il tentativo e lo sforzo di essere molto chiaro nell’esposizione del contenuto.
Un’altra ragione dell’ampia diffusione dei podcast può risiedere nel fatto che per produrli servano tempo e risorse inferiori rispetto, ad esempio, ai video: per realizzare un podcast bastano un microfono USB e un PC.
Lo scorso anno ci sono stati 14 milioni di ascoltatori di podcast in Italia, ma si tratta di stime perché, una volta che il podcast viene scaricato, non si può sapere quale utilizzo ne venga fatto.
Negli USA il podcast è il formato che sta crescendo di più nel settore intrattenimento, di conseguenza sta attirando grande interesse e investimenti. Nel solo 2020, quando a causa della pandemia si sono quasi azzerati gli spostamenti casa-lavoro e si è temuto che il formato podcast venisse abbandonato, si è assistito a un aumento del 30% dei fruitori di podcast, con un aumento del 15% anche a fine lockdown.
I podcast sono inoltre tra gli argomenti più citati sui social network, con un incremento del 70% nell’ultimo anno.
I podcast sfuggono alle logiche di profilazione (e quindi di guadagno) alle quali ci hanno abituato i social network: non è infatti semplice capire chi stia ascoltando un podcast e le informazioni che si possono avere dipendono da quanto le piattaforme su cui si è distribuito il podcast sono disposte a condividere con chi lo ha prodotto, anche sulla base dei dati che esse stesse raccolgono: ad esempio Spotify richiede una registrazione e, di conseguenza, può fornire qualche dato sugli utenti, mentre altre piattaforme forniscono soltanto l’indicazione del numero di volte in cui il podcast è stato scaricato. Tale caratteristica del podcast comporta la difficoltà nel trovare inserzionisti per la pubblicità.
Tutto Connesso: 5G e Oltre
Nel podcast settimanale “Tutto Connesso: 5G e Oltre” (www.tuttoconnesso.it) Antonio Capone, Luca dell’Anna e i membri dell’Osservatorio “5G & Beyond” del Politecnico di Milano rispondono alle domande di Lorenzo Paletti (www.lorenzopaletti.it/) e degli ascoltatori riguardo al ruolo, l’utilità, la sicurezza e le potenzialità della nuova generazione di tecnologia cellulare.
Lo scopo di questa iniziativa è raggiungere un pubblico più ampio rispetto a quello degli addetti ai lavori: il grado di conoscenza della tecnologia 5G è generalmente basso anche nelle aziende degli ambiti che maggiormente si presterebbero a sfruttarlo per la propria trasformazione digitale – di qui l’esigenza del podcast.
“Tutto Connesso: 5G e Oltre” rende accessibili gli esiti dell’esperienza maturata dal Politecnico di Milano tramite la sperimentazione 5G nell’area metropolitana di Milano, che ha coinvolto 11 gruppi di ricerca e 5 dipartimenti.
In ogni puntata viene intervistato un partner dell’Osservatorio 5G per approfondire un aspetto della tecnologia 5G, secondo il formato domanda-risposta già sperimentato dal dott. Paletti nella serie di podcast sul COVID-19, “Paziente zero”.
Spunti per la didattica
La pandemia di Covid-19 ha rappresentato l’occasione forzata per applicare le lezioni apprese negli anni su stimolo di Massive Online Open Courses e OpenCourseWare: dal mese di marzo 2020 tutte le istituzioni scolastiche e universitarie hanno dovuto ricorrere alla didattica in modalità online e, dopo un’iniziale preoccupazione riservata ai soli strumenti tecnologici, al centro della riflessione c’è stata – almeno in alcuni contesti virtuosi – l’adozione di approcci metodologici che garantissero il raggiungimento degli obiettivi didattici: la flipped classroom ha conosciuto una notorietà e una diffusione insperate.
L’ascolto degli studenti e la riflessione sulle strategie da essi adottate per studiare in tempi di lockdown, ha portato alcuni docenti a riflettere su stili e atteggiamenti di apprendimento (tema a cui è stato dedicato un interessante approfondimento nel corso di un webinar [https://idbroker.webex.com/idb/saml2/jsp/doSSO.jsp ]): ad esempio, molti studenti hanno riprodotto il solo audio delle registrazioni (mp3) per ascoltare una seconda volta le lezioni o per ripassare alcuni temi complessi.
L’esperienza della laurea online in Ingegneria informatica, come ci racconta Susanna Sancassani, ci dice che gli studenti hanno già da anni adottato il solo audio come formato per lo studio e il ripasso.
Probabilmente il solo audio è più ricco di quanto ci si aspetti.
Ha senso provare a immaginare che possa divenire un formato a disposizione degli studenti del Politecnico?
A questa domanda risponde Susanna Sancassani: l’equilibrio tra una produzione “live” e una produzione che richieda una progettazione mediale e pedagogica, ma forse l’equilibrio sta nel “mix”: a fronte di risultati di apprendimento ben definiti e ben chiari si possono immaginare corsi che vedano dei mix contenuti progettati e realizzati con grande accuratezza e contenuti in cui il contenuto prevale sulla forma. Immaginiamo, ad esempio, a un corso composto da un MOOC, quindi un contenuto strutturato e progettato nel dettaglio, da esperienze e attività che permettano il confronto e il dibattito e da un podcast live del docente che visita un luogo potrebbe essere un mix appropriato per rispondere.Rispetto ad alcuni risultati d’apprendimento attesi si può immaginare di eliminare il supporto visivo o rispetto ad altri non se ne può fare a meno. Non esistono probabilmente contenuti che non possano essere trattati solo con le parole: la parola in sé, senza un supporto visivo, è versatile ed efficace per qualsiasi contenuto.
Gli ospiti
Antonio Capone è professore ordinario di Telecomunicazioni e Preside della Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione.
Le sue competenze sono nell’ambito delle reti di comunicazione e le sue principali attività di ricerca includono la gestione delle risorse in reti radio, l’ingegneria del traffico in software defined networks, la pianificazione e l’ottimizzazione di rete.
Lorenzo Paletti è fisico e prestigiatore. Dal 2015 crea podcast, tra i quali Paziente Zero, un aggiornamento scientifico sulla diffusione del coronavirus, Magia, il podcast della rivista italiana di cultura magica, La Prova: Storia di una Autopsia Aliena, Sorgente Orfana.
Lorenzo è autore di due testi: Princìpi Matematici nell’Illusionismo e Princìpi Fisici nell’Illusionismo; il primo rivela come sia possibile creare giochi di prestigio utilizzando semplici regole matematiche, il secondo approfondisce i princìpi della fisica sfruttati dai prestigiatori di tutto il mondo.Ha partecipato al webinar del 3 maggio per la sua collaborazione a Tutto Connesso.