Un approccio trasversale: la flipped classroom

In questo nuovo articolo vi presentiamo l’approccio flipped classroom, o classe capovolta, una sorta di “meta-modello” che potrebbe trovare applicazione nell’ambito di diverse prospettive pedagogiche.

L’approccio flipped classroom si basa infatti sull’idea che i momenti di presenza in aula debbano essere valorizzati il più possibile per le attività di apprendimento che possono trarre vantaggio da un contesto di interazione con il docente e con i pari. A questo scopo le attività di trasferimento dei contenuti vengono svolte, invece che in aula, a casa, attraverso l’utilizzo di materiali selezionati o appositamente predisposti dal docente che lo studente studia in autonomia prima della lezione. Il concetto del ribaltamento è legato all’idea che questo approccio ribalti la distribuzione tradizionale delle attività didattiche, che prevedono invece abitualmente la presentazione dei contenuti in aula e lo svolgimento delle attività applicative a casa. È proprio questa prospettiva di liberazione del tempo in aula dalle attività di trasferimento dei contenuti che permette l’utilizzo dell’approccio flipped classroom con molti dei modelli pedagogici visti precedentemente e in particolare con quelli appartenenti alla prospettiva cognitivista, come l’inquiry based learning e il problem based learning, che possono beneficiare in modo particolare dell’utilizzo dei momenti in presenza per le attività di esplorazione, scambio e formulazione collettiva di risposte e soluzioni, trasferendo invece a casa la parte di accesso ai contenuti strutturati. Il modello pedagogico della flipped classroom è il risultato del processo evolutivo delineatosi nell’ampio ambito delle strategie di blended learning che esplorano le forme di integrazione tra apprendimento online e apprendimento in presenza allo scopo di ottimizzare i vantaggi per l’apprendimento di entrambe le componenti.

Possiamo tuttavia considerare Eric Mazur, docente di Fisica di Harvard, come la figura che ha contribuito maggiormente alla popolarità di questo approccio. Mazur, infatti, ha svolto un ruolo significativo nello sviluppo di concetti che influenzano la flipped classroom attraverso lo sviluppo della strategia didattica definita istruzione tra pari in cui si valorizza al massimo l’apprendimento attraverso la riflessione e lo scambio strutturato tra studenti, anche mediante attività molto semplici, come lo sviluppo di un esercizio individuale e poi una discussione a coppie prima della revisione collettiva. Per poter utilizzare il tempo in aula in questa modalità, Mazur vide la necessità di spostare il momento dell’apprendimento dei contenuti e delle nozioni di base a casa, prima della lezione, facilitandolo attraverso l’aiuto di video selezionati e sviluppati a questo scopo. I vantaggi evidenti che derivano da questo approccio riguardano un maggiore coinvolgimento dello studente e il sostegno a un’applicazione costante allo studio durante il corso. Il carico di attività a casa, benché in realtà non superiore al totale generalmente richiesto per il raggiungimento degli stessi risultati di apprendimento, può tuttavia essere percepito come troppo pesante per le sue caratteristiche di continuità e per le eventuali incompatibilità con calendari/orari didattici troppo fitti. Per il successo di questo approccio può essere dunque importante che il docente selezioni opportunamente i RAA rispetto ai quali applicarlo ed è inoltre fondamentale che:

L’approccio flipped classroom si basa sull’idea che i momenti di presenza in aula debbano essere valorizzati il più possibile per le attività di apprendimento che possono trarre vantaggio da un contesto di interazione con il docente e con i pari. A questo scopo le attività di trasferimento dei contenuti vengono svolte, invece che in aula, a casa, attraverso l’utilizzo di materiali selezionati o appositamente predisposti dal docente che lo studente studia in autonomia prima della lezione. Il concetto del ribaltamento è legato all’idea che questo approccio ribalti la distribuzione tradizionale delle attività didattiche, che prevedono invece abitualmente la presentazione dei contenuti in aula e lo svolgimento delle attività applicative a casa. È proprio questa prospettiva di liberazione del tempo in aula dalle attività di trasferimento dei contenuti che permette l’utilizzo dell’approccio flipped classroom con molti dei modelli pedagogici visti precedentemente e in particolare con quelli appartenenti alla prospettiva cognitivista, come l’inquiry based learning e il problem based learning, che possono beneficiare in modo particolare dell’utilizzo dei momenti in presenza per le attività di esplorazione, scambio e formulazione collettiva di risposte e soluzioni, trasferendo invece a casa la parte di accesso ai contenuti strutturati. Il modello pedagogico della flipped classroom è il risultato del processo evolutivo delineatosi nell’ampio ambito delle strategie di blended learning che esplorano le forme di integrazione tra apprendimento online e apprendimento in presenza allo scopo di ottimizzare i vantaggi per l’apprendimento di entrambe le componenti.

  • comunichi e valorizzi in modo appropriato l’approccio metodologico agli studenti;
  • crei un contesto di motivazione per le attività che devono essere svolte a casa, eventualmente anche verificandole prima dell’inizio della lezione e premiandole in termini valutativi;
  • selezioni o realizzi in modo accurato i materiali che gli studenti devono studiare autonomamente rendendoli facilmente accessibili;
  • progetti e strumenti dettagliatamente quanto avviene in aula in modo che gli studenti ne percepiscano l’evidente utilità in funzione del raggiungimento dei Risultati di Apprendimento Attesi e del soddisfacente superamento dei test di valutazione.

Al di là delle grandi variabilità applicative, dipendenti anche dalle prospettive pedagogiche in cui viene applicato, in linea generale il modello della flipped classroom può essere sintetizzato nelle seguenti fasi:

  • 1. Studio a casa: allo studente viene indicato un set di materiali selezionati o prodotti ad hoc dal docente (dispense, capitoli di libri, articoli, video) che possono permettergli di comprendere in autonomia i contenuti principali che saranno oggetto della lezione successiva.
  • 2. Apprendimento attivo e collaborativo in aula: il docente propone attività collaborative finalizzate all’approfondimento e all’applicazione dei contenuti precedentemente studiati in modo da approfondirne la comprensione nella dinamica di gruppo e facilitarne il consolidamento.
  • 3. Consolidamento a casa: dopo la lezione lo studente riprende l’attività svolta in aula per completarla o integrarla con il ripasso degli argomenti più complessi, prima di avviare la preparazione della lezione successiva.

Brano tratto da “Progettare l’innovazione didattica“. Milano, Pearson 2019

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